"A due anni dall'inizio della guerra in Ucraina sono oltre 23.000 le vittime civili* che hanno perso la vita o sono rimaste ferite. Come vittime civili di guerra chiediamo che venga percorsa al più presto la via diplomatica per la risoluzione di questo terribile conflitto nel cuore d'Europa" dichiara Michele Vigne, Presidente dell'ANVCG. "Purtroppo - continua Vigne - vediamo da tempo ed in tutti gli scenari di guerra calpestare le Convenzioni esistenti che regolano la protezione dei civili durante i conflitti, questo è intollerabile".
Da diversi anni l'Associazione delle vittime civili di guerra italiane, è impegnata in una campagna per proteggere i civili affinché non siano considerati meri effetti collaterali di una guerra, freddi numeri che crescono vertiginosamente. La campagna "Stop alle bombe sui civili", accompagna dalla sua istituzione, con la legge 2017 n. 9, la Giornata Nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo che si celebra ogni 1° febbraio, per continuare a richiamare a gran voce l'attenzione sulla tragedia dei civili coinvolti, loro malgrado, nei teatri di guerra.
"Dall'Ucraina al Medioriente ai tanti altri numerosi conflitti non coperti quotidianamente dai media, a pagare le conseguenze della guerra sono i civili e non pensiamo solo a chi rimane vittima di esplosioni ma anche agli effetti riverberanti: diritto all'istruzione negato, così come il diritto alla salute, al diritto alla sicurezza alimentare, ai danni alle infrastrutture ed alle migliaia di ordigni inesplosi che pongono in pericolo le popolazioni per decenni dopo il cessate il fuoco. "Stop alle bombe sui civili" è un richiamo forte e accorato che parla alla coscienza del mondo, al di sopra delle appartenenze politiche e degli schieramenti, non ci stancheremo di scriverlo, ripeterlo e anche gridarlo sino a quando questo avverrà" conclude il Presidente Vigne.
* dati forniti da Action on Armed Violence
