Martedì, 23 Aprile 2024 09:58

Prima conferenza di revisione della "Dichiarazione politica internazionale per la protezione dei civili dalle armi esplosive nelle aree popolate": strumento urgente nell’attuale scenario di crisi internazionale

Sessantasette Stati, tra cui l'Italia, sono riuniti ad Oslo per la prima conferenza internazionale di revisione della "Dichiarazione Politica per rafforzare la protezione dei civili dalle conseguenze umanitarie dell'uso delle armi esplosive nelle aree popolate". Una Dichiarazione che è il primo riconoscimento formale, a livello internazionale, dell'altissimo prezzo pagato dalla popolazione civile coinvolta in guerre combattute nelle città.

Oggi, ad Oslo in Norvegia, i Paesi firmatari, le organizzazioni internazionali e quelle della società civile riunite nell'International Network on Explosive Weapons (INEW), fanno il punto sui progressi fatti in merito all'attuazione degli impegni presi con la Dichiarazione.

"L'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra prosegue il suo impegno per promuovere l'attuazione e l'universalizzazione degli impegni assunti con la Dichiarazione, uno strumento che appare ancora più fondamentale ed urgente nei tempi di crisi che viviamo, in uno scenario complesso in cui sono le vittime civili a pagare il prezzo più alto della guerra" dichiara il Presidente Nazionale Michele Vigne di ANVCG, l'associazione delle vittime civili di guerra italiane.

Le vittime civili causate dai bombardamenti e delle operazioni di guerra condotte nelle zone urbane sono infatti in aumento. Secondo il rapporto di Action on Armed Violence, basato su una rilevazione di dati dai media di lingua inglese, nel 2023 il numero globale delle vittime civili delle armi esplosive è aumentato del 73% rispetto al 2022. Il 96% rimane vittima dei bombardamenti nelle città. Donne e bambini sono i più colpiti, con un incremento rispetto al 2022 rispettivamente del 192% e 124%.

Per gli Stati firmatari, attuare gli impegni presi con la Dichiarazione significa rivedere le politiche e i programmi di protezione già esistenti, rafforzare la collaborazione e il dialogo con partner rilevanti, come la società civile, e sostenere e partecipare alle attività di assistenza e prevenzione del danno. Ma gli sforzi e le iniziative che gli Stati hanno intrapreso fino ad oggi non possono considerarsi sufficienti ai fini della piena realizzazione degli obiettivi della Dichiarazione.

La Dichiarazione politica internazionale sulle armi esplosive è stata approvata il 18 novembre 2022 a Dublino da 83 paesi, tra cui Italia, Stati Uniti, Francia e Germania. E' il frutto di un decennio di negoziazioni diplomatiche promosse e sostenute dalla società civile, riunita nella rete internazionale INEW. In Italia la Campagna è coordinata dall'ANVCG insieme con Campagna Italiana Contro le Mine e Rete Italiana Pace e Disarmo. Al momento i Paesi firmatari sono 87.

Ultima modifica il Mercoledì, 24 Aprile 2024 13:02

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