Mercoledì, 27 Maggio 2020 09:56

Guterres enfatizza il danno causato dalle armi esplosive nel suo rapporto sulla Protezione dei Civili

Nel suo nuovo rapporto sulla Protezione dei civili nei conflitti armati, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres sottolinea il "forte contrasto" tra le promesse degli Stati sull'importanza della protezione dei civili e la dura realtà dei conflitti per i civili coinvolti. Continua esponendo i rischi e le opportunità che un nuovo decennio presenta per la protezione dei civili.

Lo stato della protezione dei civili: un “anno di sofferenza"
Nel suo rapporto il Segretario Generale delle Nazioni Unite chiede ancora una volta che le parti in conflitto "evitino l'uso di armi esplosive con effetti a largo raggio nelle aree popolate" e osserva che "per il nono anno consecutivo, oltre il 90% delle persone uccise e ferite dal l'uso di armi esplosive nelle aree popolate era civile”. Il rapporto sottolinea nuovamente le morti, le lesioni e i traumi subiti da decine di migliaia di civili nel corso del 2019 e fa riferimento ai dati di quell’anno forniti da Action On Armed Violence, che stima che almeno 17.904 persone uccise e ferite dall'uso di armi esplosive fossero civili.

Armi esplosive in aree popolate

Riconoscendo che la guerra urbana sarà probabilmente una "caratteristica distintiva del conflitto armato negli anni a venire", Guterres invita le parti in conflitto a riconoscere che "non possono combattere in aree urbane e in altre aree popolate nel modo come se fossero campi di battaglia aperti, ad esempio, usando armi esplosive con effetti a largo raggio e mettendo i civili ad alto rischio di danni indiscriminati". Questa affermazione si basa sul fatto che gli ambienti urbani hanno una maggiore densità di popolazione, il che significa che i civili sono più a rischio, ma anche perché nelle città, dove le strade strette e gli edifici alti possono incanalare un'onda esplosiva in modi imprevisti e dove i materiali da costruzione possono contribuire a fenomeni frammentazione e deflagrazione che uccidono e feriscono i civili, "anche gli sforzi delle parti in conflitto per stimare e minimizzare il danno collaterale derivante da armi esplosive possono essere inefficaci".

Un campagna per proteggere i civili dalle inutili sofferenze causate dalle armi esplosive
Allo scopo di incoraggiare le istituzioni ad agire per garantire una migliore protezione dei civili dai danni causati dalle armi esplosive nei conflitti armati, l'ANVCG, composta da vittime civili di guerra, coordina dal 2017 in Italia la campagna "Stop alle Bombe sui civili", parte dell'azione internazionale di INEW - International Network on Explosive Weapons. Fanno parte di "Stop alle bombe sui civili" Campagna Italiana contro le Mine e Rete Italiana per il Disarmo. Insieme a questi partner l'ANVCG si impegna a sensibilizzare il nostro paese per sostenere l'adozione di una dichiarazione politica internazionale che disciplini un uso più restrittivo delle armi esplosive (in particolare quelle con effetti a largo raggio) e assicuri adeguata assistenza delle vittime e delle comunità colpite nel rispetto del Diritto Internazionale Umanitario.

Ultima modifica il Mercoledì, 27 Maggio 2020 10:08

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