Lo scorso 17 settembre Action on Armed Violence (AOAV) ha rilasciato il consueto rapporto periodico mensile dedicato alla violenza esplosiva.
Nel mese di agosto 2018 sono state registrate 2.070 vittime dell'uso di armi esplosive nelle aree popolate. Il 61% di esse (1.269) erano civili. Il 48% è risultata vittima di ordigni esplosivi artigianali, il 40% di bombe sganciate per via aerea e il 10% di bombe terrestri.
Il declino del trend di vittime registrato ad agosto rispetto ai mesi precedenti non è imputabile alla dimunizione dell'uso delle armi esplosive, purtroppo, ma alla difficoltà di registrazione delle vittime di violenza esplosiva in Siria. Così, nonostante i combattimenti siano stati cruenti, lo scorso mese la Siria è risultata essere il terzo paese per numero di vittime, dopo Yemen e Afghanistan.
I paesi dove è stato registrato il più alto numero di vittime ad agosto sono (in ordine): Yemen, a causa della recrudescenza degli scontri con la coalizione saudita; Afghanistan, per via di attacchi dinamitardi suicidi che si sono succeduti a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro; Siria; Iraq, dove sembra i numeri della violenza esplosiva siano comunque in calo; e, a sorpresa, le Filippine, dove si è verificato un attacco suicida in un mercato ad opera di un gruppo di fondamentalisti islamici affiliati all'ISIS .
AOAV è una delle organizzazioni della società civile fondatrice della rete INEW, il network contro le armi esplosive di cui anche l'ANVCG fa parte. Dall'iniziativa internazionale "Stop bombing towns and cities" di INEW è nata la campagna italiana "Stop alle bombe sui civili" dell'ANVCG.
Per leggere l'intero rapporto di AOAV in lingua inglese, cliccare qui.
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Giovedì, 20 Settembre 2018 09:10