Dopo sette anni non è ancora finito l'iter della legge che introduce misure stringenti per evitare il finanziamento delle imprese che producono mine antiuomo e submunizioni a grappolo, approvata definitivamente dal Parlamento a inizio ottobre ma rinviata alle Camere dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in quanto il provvedimento presenta "profili di evidente illegittimità costituzionale".
Secondo la nota ufficiale del Quirinale "la normativa in esame, in contrasto con la finalità dichiarata, determinerebbe l'esclusione della sanzione penale per determinati soggetti che rivestono ruoli apicali e di controllo (per esempio i vertici degli istituti bancari, delle società di intermediazione finanziaria e degli altri intermediari abilitati); per altri soggetti, privi di questa qualificazione, sarebbe invece mantenuta la sanzione penale, che prevede la reclusione da 3 a 12 anni, oltre alla multa da euro 258.228 a 516.456.Questo contrasta con l'art.3 della Costituzione che vieta ogni irragionevole disparità di trattamento fra soggetti rispetto alla medesima condotta». La norma inoltre «si pone in contrasto con le convenzioni di Oslo e di Ottawa a suo tempo ratificate con le leggi n. 106 del 1999 e n. 95 del 2011 che richiedono sanzioni penali per tutti i finanziatori degli ordigni vietati. La normativa in esame determinerebbe invece la depenalizzazione di alcune condotte oggi sanzionate penalmente".
E' ora indispensabile che il Parlamento corregga il testo in tempo utile, in questi pochi mesi che restano fino al termine della legislatura, al fine di evitare che questo rinvio - il primo della Presidenza Mattarella - finisca involontariamente per vanificare tutti gli sforzi profusi in questi anni per ottenere l'approvazione di questo provvedimento di così alto valore morale.
L'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra rivolge un forte appello a tutte le forze politiche affinché si mobilitino in questo senso.