Il 30 giugno il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si è occupato del problema dell’impatto sui civili delle guerre e dei conflitti sia durante il loro svolgimento che dopo la loro conclusione, a causa delle mine terrestri, dei dispositivi esplosivi improvvisati e degli ordigni bellici in genere.
Il Consiglio di Sicurezza ha espresso profonda preoccupazione per il numero di civili, compresi i bambini, uccisi o feriti in situazioni di conflitto e post-conflitto, anche in considerazione delle gravi conseguenze sociali ed economiche di lunga durata per le popolazioni di tali paesi e per il personale che partecipa alle operazioni di peacekeeping.
Particolare preoccupazione desta la crescita vertiginosa del numero dei dispositivi esplosivi improvvisati, la cui diffusione è favorita dal loro costo irrisorio e dalla difficoltà della loro localizzazione, essendo per lo più costituiti da materiali plastici.
Su queste basi, il Consiglio di Sicurezza ONU ha adottato la risoluzione n.2365/2017 (cliccare qui per il testo integrale in inglese), in cui ha:
- sottolineato la necessità adottare misure adeguate per contrastare in maniera efficace la minaccia degli ordigni bellici verso i civili, i rifugiati, gli addetti al peacekeeping, e al personale umanitario;
- invitato tutte le parti coinvolte in conflitti armati a porre fine immediatamente e definitivamente ad ogni uso indiscriminato di dispositivi esplosivi in violazione del diritto umanitario internazionale;
- incoraggiato la comunità internazionale a sostenere e sostenere gli sforzi volti a bonificare i territori dagli ordigni bellici, a fornire un’informare le popolazioni sulla pericolosità degli ordigni bellici, a svolgere un’attività di riduzione del rischio, nonché a fornire assistenza per la cura, la riabilitazione e la reintegrazione economica e sociale delle vittime e delle persone con disabilità;
- invitato gli stati membri dell’ONU a rispettare gli obblighi internazionali relativi alla mine action;
- riconosciuto il contributo positivo delle attività in materia di mine action poste in essere dagli Stati e dalle organizzazioni indipendenti ai fini del ristabilimento della pace e incoraggiato la loro inclusione negli accordi di cessate il fuoco e di pace;
- incoraggiato gli Stati e le organizzazioni indipendenti a continuare ad essere attivamente impegnati nella mine action, anche in aiuto degli Stati più colpiti dalle guerre e dai conflitti;
- incoraggiato la ricerca di nuovi metodi di bonifica per i dispositivi esplosivi improvvisati;
- formalizzato un impegno permanente su questo tema, sulla base di relazioni periodiche che saranno realizzate a cura del Segretario Generale dell’ONU.
Ricordiamo che. nell'accezione più recente, per mine action non si intende solo l'azione di bonifica e di disinnesco degli ordigni bellici inesplosi, ma anche tutta l'attività di assistenza alle vittime e di tutela dei loro diritti umani fondamentali.
Si tratta di una pronuncia importante, perché è la prima volta in cui il Consiglio di Sicurezza ONU si è occupato esplicitamente della mine action e perché vi è stato un forte riconoscimento dell’importanza di questa attività nella costruzione dei processi di pace e di difesa dei diritti umani delle popolazioni civili coinvolte nei conflitti.
L’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra è già da qualche tempo impegnata in questo campo, ad esempio con la sua campagna di sensibilizzazione sugli ordigni bellici inesplosi realizzata per l’Italia ma esportata grazie a UNRWA anche in Medio Oriente, e lo sarà ancora di più dopo l’approvazione del nuovo Statuto, in cui la mine action trova un suo posto specifico tra le attività istituzionali dell’ente.