Dal 2006, il 4 aprile di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale per la promozione dell’azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi indetta dalle Nazioni Unite.
In questa giornata si intende richiamare l'attenzione sulla realtà che questo fenomeno rappresenta in numerosissimi Paesi del pianeta, che a diverso titolo e con differente intensità sono minacciati dalla presenza di mine e di ordigni inesplosi talvolta, come in Italia, anche a distanza di tanti anni dalla fine dei conflitti.
Ogni anno nel mondo decine di chilometri quadrati di territorio vengono bonificati e tornano a disposizione delle comunità per la ricostruzione e la ripresa delle attività socio-economiche. Tuttavia, la strada è ancora lunga: 84 Paesi rimangono minati e si stima che più di 200.000 chilometri quadrati del loro territorio possano essere contaminati da mine e da ordigni inesplosi.
Ogni anno rimangono vittime di incidenti dovuti alle mine o agli ordigni inesplosi circa 5.000 persone, mentre è in costante crescita il numero di esseri umani che, a causa di tali incidenti, sono costretti a vivere il resto della loro vita con gravi invalidità e mutilazioni. Secondo l’UNICEF, i bambini rappresentano più di un terzo delle vittime civili. La loro curiosità naturale li espone a maggiori rischi, poiché spesso quando si imbattono in tali ordigni, non conoscendoli, cercano di aprirli o di giocarci. Essi sono, pertanto, più esposti degli adulti al rischio di morire o di ferirsi per le conseguenze delle esplosioni.
Giova sapere, in proposito, che l’Italia con la legge n. 173 del 2009 ha ratificato e reso esecutivo il protocollo V° della Convenzione di Ginevra sui residuati bellici esplosivi, che obbliga gli Stati membri ad “adottare tutte le precauzioni possibili per proteggere la popolazione civile, i civili isolati e i beni di carattere civile contro i rischi inerenti ai residuati bellici esplosivi e i loro effetti”, nonché a fare la propria parte anche per sostenere analoghe attività negli altri Paesi più colpiti.
Pochi sanno, in proposito, che ogni anno anche in Italia vengono rinvenuti oltre 60.000 ordigni (dati del Ministero della Difesa), principalmente della seconda guerra mondiale, i quali nel 2013 hanno causato 13 gravi ferimenti, 11 nel 2014 (tra cui un decesso a causa delle conseguenze delle ferite provocate dalla deflagrazione) e già 5 nei primi due mesi del 2015.
Chi si imbatte oggi in qualche parte del Paese in un ordigno bellico, infatti, lo scambia spesso per qualche oggetto di uso comune (ad es. un lumino, un giocattolo, un rottame, una penna), altre volte lo ritiene innocuo, magari un reperto da collezionare, pensando erroneamente che a distanza di tanti anni abbia perso la capacità di detonare.
La stragrande maggioranza di tali incidenti potrebbero essere evitati con una corretta informazione.
Ed è per questo che anche quest’anno l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra intende celebrare la Giornata Mondiale con un evento ricco di contenuti, dal titolo “CONOSCERE PER RI-CONOSCERE - Viaggio nelle scuole d’Italia e di Gaza”che si terrà il 9 aprile 2015, dalle ore 10.00 alle 12.30, presso l’Auditorium della Casa Madre dei Mutilati d’Italia in Roma, Piazza Adriana n. 3.
Nel corso della giornata, che sarà coordinata dalla giornalista RAI Lucia Goracci, esperta in affari internazionali e contesti di guerra, verranno presentati i risultati del progetto di prevenzione e sensibilizzazione dal contatto con gli ordigni inesplosi nelle scuole di UNRWA a Gaza, realizzato in collaborazione con UNRWA Italia (Agenzia ONU per i rifugiati Palestinesi) e con il supporto tecnico di UNMAS (Agenzia ONU per l’azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi).
Il progetto è il frutto di un’importante collaborazione, sia per il contesto in cui viene realizzato, la Striscia di Gaza, martoriata da migliaia di ordigni inesplosi rimasti sul terreno nel tempo e dopo l’ultimo conflitto della scorsa estate, che per le modalità di realizzazione, che puntano a informare la popolazione, soprattutto quella più giovane, attraverso strumenti di immediata comprensione, come libri da colorare, cartoni animati e fiction pensati con un fine educativo. E proprio per illustrare in maniera dettagliata la situazione sul terreno saranno presenti da Gaza esperti di UNMAS, che forniranno il quadro della situazione globale, e di UNRWA, che in linea con il mandato di assistenza alla popolazione palestinese rifugiata, forniranno un’occasione unica di approfondimento della situazione di Gaza dal punto di vista sia degli operatori umanitari che dei beneficiari del progetto.
La giornata sarà, inoltre, l’occasione per presentare il nuovo step della campagna di sensibilizzazione sul tema degli ordigni bellici inesplosi - già trasmessa sulle tre reti RAI lo scorso mese di dicembre nell’ambito delle iniziative RAI per il sociale - che sarà realizzata nelle scuole italiane.
La stessa campagna è stata tradotta in arabo, nell’ambito del progetto internazionale suddetto, e trasmessa dal canale satellitare UNRWA TV, primo nel suo genere, che con un bacino di utenti che abbraccia tutto il mondo arabo e che presenta un palinsesto di programmi educativi rivolti in special modo ai tanti studenti che vivono in situazioni di conflitto che gli impediscono di frequentare regolarmente la scuola.
Durante la giornata verrà presentata, inoltre, la nuova edizione del libro “La mia bonifica”, a cura di Giovanni Lafirenze, esperto in bonifica bellica e membro del Dipartimento Ordigni Inesplosi dell’Associazione, e sarà proiettato un breve documentario informativo sul tema, che stiamo realizzando proprio in questi giorni, la cui versione più estesa sarà parte integrante della campagna pensata per le scuole del Paese.
Nel corso dell’evento - a cui prenderanno parte giovani studenti, dirigenti e soci dell’Associazione, autorità italiane ed internazionali ed il giovane Nicolas Marzolino, vittima diciassettenne di uno di questi ordigni nel 2003 a Novalesa nel torinese che gli ha causato la perdita della vista e di una mano - vi sarà anche un intervento dell’artista Raphael Dallaporta, che presenterà il suo lavoro fotografico “Antipersonnel” incentrato sulla rappresentazione di mine antiuomo e ordigni bellici.