Con la sentenza n°401 dell'1/12/2008 la Corte Costituzionale ha dichiarato non fondate tutte le questioni di costituzionalità sollevate in relazione alla norma interpretativa sulla misura iniziale della maggiorazione prevista dalla legge n°140/85, contenuta nella finanziaria 2008 (art.2, comma 505, legge 244/2007).
La Consulta ha quindi confermato la legittimità della posizione dell'Inps, sostenuta dal Governo e dal Parlamento, vanificando completamente tutte le pronunce in senso contrario rese dai giudici di ogni grado fino alla Cassazione e ponendo di fatto un ostacolo insormontabile ad ogni futuro ricorso o impugnazione in qualunque sede.
Purtroppo ancora una volta la Corte Costituzionale si è mostrata assai condiscendente nei confronti di norme pseudo interpretative adottate dal Parlamento, spesso su impulso degli enti direttamente coinvolti, per porre nel nulla sentenze contrarie a questi ultimi.
Nel caso in esame, appare piuttosto evidente l'irrazionalità di una regolamentazione che, a parità di titolo, viene ad attribuire un beneficio in misura differenziata sulla sola base del momento della quiescenza; ciò nonostante, l'interpretazione data dall'Inps all'art.6 della legge n°140/85 è stata ritenuta in linea con i parametri costituzionali.
Resta quindi stabilito che la misura iniziale della maggiorazione è sempre pari a 15,49 euro, pari alle vecchie 30.000 lire, e che il suo importo viene sottoposto ad adeguamento automatico solo a partire dalla sua concessione all'avente diritto.
Per coloro che fossero interessati, forniamo i riferimenti delle precedenti tappe di questa vicenda: