Al Servizio del Domani
ANVCG, insieme al partner UNMS, realizza un progetto finalizzato a rafforzare le competenze delle rispettive associazioni, al fine di potenziare i servizi offerti e implementare la cultura del volontariato all’interno delle rispettive realtà sia nei confronti degli stessi associati che nelle nuove generazioni, così da sviluppare percorsi di coinvolgimento attivo, partecipato e intergenerazionale, volti a prevenire e contrastare solitudine, emarginazione ed esclusione, anche attraverso laboratori nelle scuole e incontri. Il progetto quindi intende potenziare, anche in termini di prossimità e territorialità, i servizi offerti in favore delle rispettive categorie tutelate – secondo i bisogni rilevati – e nello stesso tempo coinvolgerle e valorizzarle attraverso il volontariato con percorsi di inclusione, educazione e sensibilizzazione.
Una platea, fra le due categorie, di quasi mezzo milione di persone fra mutilati, invalidi, ciechi, vedove e orfani per causa di guerra, il cui numero purtroppo non accenna ad esaurirsi a causa dei continui incidenti sul servizio e, per quanto riguarda le vittme civili di guerra, delle migliaia di vittime che, dal dopoguerra ad oggi, hanno continuato a mietere gli ordigni bellici ineplosi di cui è ancora disseminato il nostro paese. Il progetto promuove fra le nuove generazioni i valori della Costituzione tramite laboratori di educazione alla pace e solidarietà, dell’inclusione sociale anche in termini di pari opportunità, allo scopo di rendere i giovani agenti attivi dei processi di cambiamento e promotori di una cultura del volontariato. “Al servizio del domani” offre quindi dall’anno scolastico 2024-2025 la possibilità di partecipare gratuitamente ad una serie di laboratori didattici, che si terranno presso i locali delle scuole interessate o in modalità on-line e realizzati nell’ambito del Protocollo d’intesa siglato fra l’ANVCG e il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il progetto è stato inserito tra quelli finanziati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito del bando per le iniziative e progetti di rilevanza nazionale presentati dagli Enti del terzo settore in possesso dei requisiti di legge ai sensi dell’art.72 del Codice del Terzo Settore.
Gli Istituti scolastici interessati possono aderire al progetto attraverso questo form
Il progetto è stato inserito tra quelli finanziati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito del bando per le iniziative e progetti di rilevanza nazionale presentati dagli Enti del terzo settore in possesso dei requisiti di legge ai sensi dell’art.72 del Codice del Terzo Settore.
Scarica la scheda di progetto Modelleo D modello-d-scheda-della-proposta e il piano economico finanziario Modello E Modello E_PDF
Testimoni di Pace
Riprendendo l’eredità del progetto “Testimoni”, per il quale si rinvia al sito dedicato, nel corso del 2021 è stato lanciato il progetto “Testimoni di pace”, che si fonda sulla realizzazione di laboratori didattici rivolti alle scuole di ogni ordine grado su tutto il territorio nazionale. Il progetto si è concluso nell’aprile 2024.
Lo scopo del progetto è quello di mettere insieme testimoni dei conflitti di ieri (Seconda Guerra Mondiale) e testimoni dei conflitti di oggi (profughi e rifugiati delle recenti e attuali guerre) allo scopo di rendere i giovani “agenti attivi dei processi di cambiamento” e “promotori di una cultura della “pace”.
La compresenza di vittime civili di guerra di ieri (italiane) e di oggi (straniere) avrà lo scopo, fondamentale, di rendere più tangibile la realtà della guerra agli appartenenti a generazioni che, per la loro età, non possono che percepire la guerra stessa come un’eventualità lontana nello spazio e nel tempo e priva di una sua dimensione materiale, ben distante dal loro quotidiano, avendone avuto contatto solo attraverso i mezzi di comunicazione contemporanei per loro natura immateriali.
La somiglianza tra le esperienze di chi oggi fugge dai drammi della guerra e di chi ieri in tenera età, ha subìto gravi conseguenze e sofferenze durante la Seconda Guerra Mondiale o – anche dopo per lo scoppio di ordigni bellici inesplosi in tempo di pace – renderà possibile offrire giovani partecipanti una cognizione non solo intellettuale ma anche emotiva del fenomeno bellico. Una cognizione che stimolerà una naturale comprensione del fenomeno e un’empatia per tutti coloro che, ancora oggi, sono vittime dei conflitti e delle guerre, con la naturale voglia di mettersi in gioco.
Le attività dei laboratori didattici saranno, inoltre, integrate con la realizzazione di appositi percorsi formativi per giovani “promotori di pace” e di laboratori di progettazione partecipata, così da rendere effettivo il passaggio di “testimone” fra chi ha vissuto/sta vivendo sulla propria pelle il dramma della guerra e le nuove generazioni chiamate a costruire un futuro di pace, così da offrire ai giovani gli strumenti per agire in una dimensione protetta e partecipata.
Il progetto è stato inserito tra quelli finanziati dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, nell’ambito del bando per le iniziative e progetti di rilevanza nazionale presentati dagli Enti del terzo settore in possesso dei requisiti di legge ai sensi dell’art. 72 del Codice del Terzo Settore.
De-activate
Con questo progetto, l’ANVCG, nell’ambito delle proprie attività di tutela e protezione dei civili e di educazione alla pace e alla cittadinanza attiva, è risultata aggiudicataria di un finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nell’ambito del bando per le iniziative e progetti di rilevanza nazionale presentati dagli Enti del terzo settore. Tale progetto si innesta nel più ampio contesto delle attività di prevenzione e sensibilizzazione in materia di ordigni bellici inesplosi ed educazione alla pace e mira a coinvolgere 400 classi scolastiche in tutta Italia.
“De-activate”: al via un nuovo progetto dell’ANVCG sugli ordigni bellici inesplosi
Campagna di informazione e sensibilizzazione sugli ordigni bellici inesplosi
Mine e ordigni bellici continuano a uccidere e ferire migliaia di persone ogni anno in tutto il mondo e tre vittime su quattro sono civili.
Anche se in Italia l’ultimo conflitto bellico risale ormai a 70 anni fa, questo tema è purtroppo ancora attuale anche nel nostro Paese, visto l’elevatissimo numero di ritrovamenti e gli incidenti che accadono ancora oggi su tutto il territorio nazionale. Pochi sanno, infatti, che ogni anno in Italia vengono rinvenuti oltre 60.000 ordigni (dati del Ministero della Difesa), principalmente della seconda guerra mondiale, i quali nel causano feriti, in qualche caso anche gravi.
E’ la riflessione su questi dati ed il desiderio che la guerra finisca per sempre nel nostro Paese, che ha fortemente motivato l’Associazione a lanciare una campagna finalizzata all’informazione sull’attualità di questo fenomeno e alla prevenzione sul rischio di incidenti connessi al ritrovamento di ordigni bellici, che ha come primi – ma non unici – destinatari gli studenti delle scuole di ogni grado.
Lancio della campagna
Conferenza stampa alla Sala Nassyria del Senato
Celebrazione della Giornata Mondiale per l’Azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi 2015
Celebrazione della Giornata Mondiale per l’Azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi 2016
Stop alle bombe sui civili – Stop bombing towns and cities
L’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, che tra i suoi scopi statutari ha anche quello di “promuovere l’affermazione ed il rispetto dei diritti umani delle popolazioni civili in conseguenza di guerre e conflitti armati”, ha aderito alla campagna internazionale della rete INEW “Stop bombing towns and cities” e la sta promuovendo in Italia con lo slogan “Stop alle bombe sui civili”.
Questa campagna si rivolge agli Stati e alle parti coinvolte nei conflitti in generale per limitare i danni e le morti causate dall’uso sconsiderato delle armi esplosive nelle aree densamente popolate (bombe di terra e aria, ordigni esplosivi artigianali, razzi, mortai, artiglieria ecc.).
Il sempre maggiore coinvolgimento dei civili nei conflitti è strettamente collegato all’incremento esponenziale dei bombardamenti dei centri abitati, in stretta connessione con l’aumento vertiginoso dell’urbanizzazione. L’uso di ordigni esplosivi sempre più distruttivi su aree urbane che ormai contano spesso milioni di abitanti (con una densità abitativa che supera facilmente le 20.000 persone a km quadrato) è la prima e principale causa del devastante impatto dei conflitti sui civili nel mondo contemporaneo.