Categories: 2021, News

by giulia cristallini

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Action on Armed Violence ha da poco rilasciato i dati sulla violenza esplosiva nel 2020, sulla base di quanto riportato dai media di lingua inglese. Nell’anno appena trascorso, purtroppo, non si sono fermati i bombardamenti e l’uso di ordigni esplosivi in aree popolate (EWIPA).

Ecco la scheda esplosiva 2020:

  • 18,747 vittime causate dalle armi esplosive, di cui 11,056 civili. In media, ogni mese, si sono registrate 921 vittime tra i civili.
  • Il 59% delle vittime causate dalle armi esplosive sono civili.
  • Nelle aree popolate i civili uccisi e feriti rappresentano l’88% delle vittime totali, mentre nelle aree non popolate la percentuale scende al 16%.
  • Per quanto riguarda la tipologia di armi esplosive, gli ordigni bellici improvvisati (Improvised Explosive Devices, IEDs) sono tra le principali cause del maggior numero di vittime (43%), insieme agli attacchi condotti via terra (34%) e le mine (3%) .
  • Afghanistan, Libia, Pakistan, Siria e Yemen sono i paesi nei quali si è registrato il più alto numero di vittime tra la popolazione civile.
  • Afghanistan, India, Iraq, Libia, Pakistan, Somalia, Syria, Ucraina e Yemen sono i paesi, invece, ove si sono verificati più episodi di violenza esplosiva nel corso dell’anno.
  • Nel 2020, in Azerbaijan (Nagorno-Karabakh), Camerun, Iran, Myanmar si è registrato un aumento esponenziale della violenza esplosiva e delle vittime civili.
  • Gli incidenti con armi esplosive sono stati registrati in 48 paesi e territori nel mondo, 12 in meno rispetto al 2019.

Sebbene nel 2020 si sia assistito ad un decremento nel numero delle vittime (-43%) tra la popolazione civile rispetto al 2019, è ancora presto per certificare un’inversione di tendenza, anche perché resta purtroppo confermato il largo utilizzo delle armi esplosive nelle aree popolate, ove sono avvenuti il 55% degli episodi di violenza esplosiva.

Bisogna considerare poi che l’emergenza COVID-19 ha reso – specialmente in alcune regioni – difficile raccogliere i dati sulle vittime e perciò il numero totale delle vittime delle armi esplosive in tutto il mondo potrebbe risultare sottostimato.

AOAV, tra i membri fondatori dell’International Network on Explosive Weapons – di cui l’ANVCG è parte – ricorda che l’uso di armi esplosive implica anche effetti riverberanti, come la distruzione e/o il danneggiamento delle infrastrutture critiche, danni psicologici e lo sfollamento di centinaia di migliaia di civili con conseguenze devastanti sulle loro vite.

Per leggere il rapporto originale, in lingua inglese, cliccare qui.