Lunedì, 19 Ottobre 2015 11:16

L'ANVCG a Lampedusa per la Giornata della Memoria

In occasione del secondo anniversario della tragedia del 3 ottobre 2013, volta all’istituzione di una giornata della memoria e dell'accoglienza per ricordare il giorno in cui 368 persone persero la vita, una delegazione dell’Associazione composta dal Consigliere Nazionale Giuseppe Guarino Presidente della Sez. Prov. di Palermo e Presidente del Comitato Regionale della Sicilia, e dal dott. Lorenzo Rinelli coordinatore scientifico del nascente Osservatorio sulle vittime dei conflitti armati internazionali sono giunti sull’isola insieme a numerosi operatori di altre organizzazioni umanitaria coinvolte nel lavoro di informazione ed aiuto dei profughi odierni.

Le persone che hanno perso la vita nel naufragio difatti erano per la maggior parte di origine Eritrea, e quindi per ragioni legate alle condizioni oppressive di quel paese, degni di protezione internazionale. Circa 150 persone sono sopravvissute all’immane tragedia grazie alla prontezza e generosità di alcuni pescatori lampedusani accorsi in loro aiuto. L’Associazione insieme ad altre importanti organizzazioni umanitarie riunite sotto la denominazione di Comitato 3 Ottobre, quali Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (CISP), Medici senza Frontiere, Save the Children, Amnesty International, Cavalieri di Malta ed altri, ha fatto in modo che alcuni dei superstiti potessero arrivare sull’isola da tutta Europa per partecipare alla funzione religiosa in memoria dei caduti guidata da Padre Moussa Zerai e per poter piangere i loro cari.

La delegazione dell’ANVCG quindi ha avuto il compito di parlare agli abitanti di Lampedusa ed a coloro che da tutto il mondo attraverso i numerosi mezzi d’informazione presenti in quei giorni sull’isola si sono stretti intorno ai superstiti. Un primo evento pubblico nella piazza antistante la chiesa principale dell’isola ha visto il consigliere Giuseppe Guarino in conversazione con Adal, un ragazzo eritreo sfuggito ai campi di concentramento del regime eritreo. Lo scopo della serata è stato quello di creare un dialogo, una sorta di ponte virtuale fra le due memorie di sofferenza legate alla guerra ed ai traumi derivanti da questa di fronte ad un pubblico italiano che come ricordavamo, fa fatica ormai ad unirsi in solidarietà colle vittime delle guerre di oggi.

La serata è stata colma di emozioni ed ha visto la sentita partecipazione della popolazione locale che ha seguito con interesse l’incontro e ha vissuto dei momenti toccanti per la presenza dei ragazzi superstiti al naufragio che in prima fila hanno colto l’empatia e la solidarietà che viene dalla spitrito dell’Associazione. Il tutto è stato sugellato da un abbraccio fraterno e spontaneo fra il consigliere Guarino ed Adal che ha idealmente unito la piazza non più divisa da alcuna nazionalità, lingua o colore della pelle.

Il lavoro dell’Associazione in occasione della giornata della memoria non poteva dirsi concluso senza un momento di riflessione e insegnamento coi ragazzi delle scuole superiori di Lampedusa. In una mattinata di intenso lavoro i ragazzi si sono dimostrati non solo interessati e pieni di domande ma anche critici osservatori delle vicende passate e presenti. Stimolati infatti dalla memoria del passato i ragazzi sono stati invitati a volgere lo sguardo al futuro per creare un presente di solidarietà verso le vittime dei conflitti di oggi. Le domande intorno alle quali abbiamo lavorato hanno messo in luce il ruolo fondamentale dell’Associazione nel costruire un futuro migliore. Come possiamo immaginare e concepire una società’ futura che possa rendere conto di un crescente numero di persone in fuga dalla guerra, fornendo la necessaria protezione ed allo stesso tempo rispettando i bisogni e le diversità’ delle comunità di accoglienza? Cosa comporta l’analisi di tale dinamiche all’interno di un territorio ed una comunità’ estremamente fragili in termini di equilibri socio-ambientali come quello dell’isola di Lampedusa? Quali il ruolo della memoria delle vittime italiane della guerra nel concepire scenari futuri di solidarietà a livello globale?

Le giornate di lavoro si sono concluse con una toccante cerimonia religiosa che ha visto migliaia di partecipanti Lampedusani, Italiani e stranieri raccogliersi tutti insieme sugli scogli di fronte al tratto di mare dove avvenne il naufragio. In quell’occasione i superstiti hanno sentito il bisogno di ringraziare i Lampedusani per la loro generosità per il loro aiuto e la pronta risposta al loro appello. Il loro esempio è stato il motivo per cui l”Associazione ha voluto lanciare la propria campagna a Lampedusa, perché seguendo il loro esempio tutti cerchino di trovare risposte ai conflitti che non siano solo emotive ma di impegno civile di lunga durata  per una cultura dell’accoglienza verso le vittime delle guerre. E’ l’emozione generata da Papa Francesco che ha deciso all’indomani della sua elezione di cominciare da Lampedusa e stringere l’isola in un abbraccio fraterno o quella dare una mano a scendere dalla barca arrivare sana e salva una ragazza incinta in fuga dalle guerre. E’ questo il messaggio della campagna: tendere la mano a coloro che ne hanno bisogno perché schiacciati dai conflitti armati.

Questo per noi è solo l’inizio. Bisogna andare oltre il mero salvataggio, guardare a ciò che accade alle persone richiedenti asilo, prima e dopo essere stato salvato. Andare oltre la scena del salvataggio significa porre al centro del dibattito la lotta per il diritto alla vita e per la scelta di uno spazio sicuro dove viverla in tutta tranquillità. La sfida consiste nell'aprire nuovi spazi oltre l'orizzonte politico attuale che è permeato dalla sicurezza e l’emergenza. Da qui comincia il lavoro dell’Associazione per gli anni a venire oltre i confini nazionali, verso orizzonti globali come le guerre che ancora attanagliano il pianeta i cui effetti non si fermano ai confini del sud del mondo. Credere che non ci riguardino è solo un inganno.

Ultima modifica il Lunedì, 30 Novembre 2015 10:07

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