Lunedì, 04 Aprile 2022 13:35

Conflitto Russia-Ucraina, i numeri (aggiornamento 4 aprile 2022)

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani riporta che dall'inizio della guerra le vittime civili sono 3.257, di cui 1.276 morti. Nelle aree di Donetska e Luhanska, risultano più vittime civili nelle zone controllate dalle forze governative, con 1.130 vittime (358 morti e 772 feriti) rispetto alle 313 vittime civili delle zone controllate dalle forze non governative. Il numero delle vittime civili di guerra, a cinque settimane dall'inizio del conflitto, equivale al 60% del totale delle vittime del 2014, anno in cui si sono verificati i primi scontri militari tra Russia e Ucraina e considerato fino ad oggi il periodo più sanguinoso del conflitto.

Mentre il mondo apprende con orrore del ritrovamento di fosse comuni di civili nella città di Bucha, quelli che sopravvivono devono affrontare una situazione umanitaria in continuo peggioramento, caratterizzata da continui scontri militari e l'impossibilità da parte delle organizzazioni umanitarie di rispondere tempestivamente ai bisogni della popolazione.

Nella regione orientale dell'Ucraina, nel distretto di Kharkiv, si sono verificati incidenti dall'uso delle armi esplosive che hanno coinvolto anche operatori umanitari intenti in operazioni di consegna di aiuti, mentre le autorità governative denunciano che, a causa dei continui bombardamenti di mortaio, le condutture di approvvigionamento del gas sono state distrutte e 34.000 persone sono rimaste senza gas per il riscaldamento e cucina. In particolare nella zona di Izium, dove si calcola che oltre 46.000 persone sono state coinvolte negli scontri militari. L'intensità dei combattimenti ha impedito sia l'evacuazione della popolazione non combattente, ma anche la consegna di aiuti umanitari, tra cui medicinali e altri generi di prima necessità.

Sempre in Ucraina orientale, questa volta nel distretto di Donetska, i combattimenti hanno causato la morte di sei bambini tra il 30 e il 31 marzo e la distruzione di diverse infrastrutture civili. Le autorità governative hanno riportato che tra il 30 e il 31 marzo nel distretto di Luhanska sono stati distrutti degli edifici scolastici e delle infrastrutture idriche nelle cittadine di Rubizhne, Popasna, Sievierodonetsk and parzialmente Hirska. Sempre nel distretto di Luhanska, circa 139.000 persone in oltre 36 centri abitati sono rimasti senza elettricità e 73.500 senza gas.

La situazione umanitaria è altrettanto drammatica a nord dell'Ucraina, dove circa 4.000 sono rimaste nelle città coinvolte nei combattimenti, impossibilitate ad essere evacuate, mentre il 50% delle infrastrutture critiche per la sopravvivenza è stato distrutto. In questa parte dell'Ucraina si registrano un po' ovunque intensi combattimenti: Kiev, Irpin, Buchanskyi, Irpinska, Dymerska, Ivankivska e Poliska.

Nella città di Chernihiv le autorità locali hanno denunciato la morte di più di 350 civili, uccisi durante le operazioni di evacuazione. Le circa 130.000 persone rimaste in città sono senza acqua, luce e gas e, soprattutto, senza assistenza medica e possibilità di comunicare con l'esterno dal 23 marzo.

Le ostilità in corso hanno un impatto particolarmente cruento per le donne, alimentando bisogni specifici ed esacerbando situazioni di vulnerabilità già preesistenti nel paese. Poiché la maggior parte degli sfollati e rifugiati è di sesso femminile, le donne sono particolarmente a rischio di violenza di genere e human trafficking. Con una situazione in costante cambiamento e di accentuata vulnerabilità, hanno denunciato le Nazioni Unite, sarà necessario attivare dei specifici programmi di assistenza basati su un vasto e capillare programma di raccolta dati (aggregati e non) sul territorio. Tuttavia, denunciano le organizzazioni partner dislocate sul territorio ucraino, i combattimenti sempre più aspri rendono difficile la raccolta dei dati in questione.

L'attuale conflitto sembra purtroppo essere caratterizzato da un uso massiccio e incontrollato di armi esplosive. Mentre si moltiplicano le prove a sostegno della denuncia di Human Rights Watch sull'uso delle cluster munition contro la popolazione civile (impiego confermato da Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani), ci sono anche prove documentate dell'uso di mine antipersona nel distretto di Kharkivska. Qui in particolare sarebbero state usate le cosiddette mine POM-3 di ultima generazione, con sensori di movimento particolarmente sensibili e potenza esplosiva ad ampio raggio rispetto a quelle tradizionali. 

Prima dell'escalation di violenza i territori contaminati dalla presenza di ordigni bellici inesplosi in Donetska e Luhanska erano di circa 21.000 km² (l'equivalente circa della superficie della Slovenia) e costituivano un rischio per la sicurezza di circa 1,8 milioni di persone. Le ostilità iniziate il 24 febbraio hanno determinato un aumento della superficie contaminata. Il 30 marzo il Viceministro dell'Interno ucraino ha affermato che la superficie contaminata adesso è di circa 300.000 km², che rappresentano un rischio per la popolazione civile, con un numero impressionante di ordigni bellici di varia natura rimasta inesplosa.

 

 

Ultima modifica il Martedì, 05 Aprile 2022 20:35

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