Lunedì, 15 Ottobre 2018 10:55

A scuola di pace: l’esperienza della Scuola Arcaroli

Si è conclusa ieri la III edizione del corso “Dal Peacekeping al Peacebuilding” iniziativa promossa dall’ANVGC nell’ambito della Scuola di Aggiornamento e Alta Formazione intitolata a “Giuseppe Arcaroli”, per tanti anni presidente dell’ANVCG.

Istituita nel 2015 insieme all’ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro familiari), la Scuola ha lo scopo di sensibilizzare le coscienze e contribuire alla formazione delle nuove generazioni sulle tematiche relative alla tutela dei diritti umani nelle situazioni di conflitto e alla promozione e diffusione di una cultura di pace, di comprensione reciproca e cooperazione tra i popoli.

Per quest’anno il consueto corso annuale organizzato sotto il titolo generale “Dal peacekeeping al peacebuilding” è stato dedicato al tema “dalla protezione dei civili alla memoria del conflitto per la promozione della pace”, in linea con l’attuale mission dell’Associazione e in risposta all’evoluzione dello scenario internazionale. L’azione della comunità internazionale nel suo complesso, e della stessa Organizzazione delle Nazioni Unite, è oggi infatti sempre più incentrata sulla risposta alle violenze che colpiscono le popolazioni civili nelle aree di conflitto, a differenza che in passato le più colpite dalla violenza bellica.

Novità di questa edizione è una caratterizzazione più internazionale dell’iniziativa, seguendo l’evoluzione della mission dell’ANVCG che, da nuovo statuto, prevede la inclusione tra i soci degli stranieri vittime civili di guerra residenti sul territorio nazionale. In questa prospettiva è stata valorizzata anche la partnership con l’Università Stranieri di Perugia, legata alla Scuola Arcaroli da un accordo di collaborazione culturale e scientifica e tradizionalmente frequentata da studenti di varia nazionalità, divenuta da questa edizione il partner accademico esclusivo del corso. 

Il gruppo dei frequentatori è stato dunque quest’anno particolarmente ampio ed eterogeneo, includendo giovani e adulti di diversa provenienza (Italia, Russia, Camerun, Mali, Nigeria, Venezuela), capace di rendere il corso stesso un’esperienza multiculturale.  “Un percorso fruttuoso non solo dal punto di vista didattico”, “un viaggio” davvero “speciale” e “condiviso”, nelle parole degli stessi frequentatori, che si sono lasciati con l’invito a “non smettere mai di sognare”, per un mondo migliore e un futuro di pace. Tra i momenti più significativi dell’esperienza: lo scambio in aula con i docenti, la presentazione di testimonianze dirette, la condivisione di esperienze e valutazioni, il lavoro svolto nell’ambito dei laboratori. L’esperienza proseguirà come di consueto con la pubblicazione degli elaborati finali svolti su temi riguardanti le vicende del conflitto e le prospettive di pace in diverse delle aree del pianeta.

Il corso ha rappresentato un momento di proficuo scambio a livello culturale, scientifico, professionale e umano tra tutti quanti ne sono stati parte a vario titolo, costituendo un ponte ideale tra operatori e beneficiari/partner, attraverso un comune vissuto tra guerra e pace, storia e memoria, presente e futuro.

Ultima modifica il Mercoledì, 17 Ottobre 2018 12:14

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