Giovedì, 04 Gennaio 2018 00:00

Convegno "Stop alle bombe sui civili" (1° febbraio 2018)

E’ ben noto che, a partire dal XX° secolo, le guerre e i conflitti hanno sempre più infierito sui civili che ormai sono diventati la parte preponderante delle vittime, con una proporzione che attualmente si aggira intorno l’80%.

Le cause di questo drammatico fenomeno sono molteplici: da un lato, infatti, il progresso scientifico rende possibile l’uso di armi e mezzi sempre più distruttivi e letali, per di più a costi sempre più economici; dall’altro l’affermarsi della democrazia rende il popolo un elemento decisivo nelle sorti dei governi coinvolti nel conflitto.

Un altro fattore che ha inciso ed incide in modo rilevante è l’incremento esponenziale dei bombardamenti dei centri abitati, in stretta connessione con l’aumento vertiginoso dell’urbanizzazione.

L’uso di ordigni esplosivi sempre più distruttivi su aree urbane che ormai contano spesso milioni e milioni di abitanti riuniti in un’area relativamente piccola (con una densità abitativa che supera facilmente le 20.000 persone a km quadrato) è la prima e principale causa del devastante impatto dei conflitti sui civili nel mondo contemporaneo.

Oltre ai danni diretti alle persone, non va sottovalutato il fatto che la distruzione degli edifici e delle infrastrutture ha delle gravissime implicazioni di lungo termine sulla salute pubblica e sullo sviluppo futuro dell’area interessata, dato che i bombardamenti disseminano il territorio di ordigni la cui pericolosità rimane una minaccia per decine e decine di anni.

Non va dimenticato, infine, che anche il fenomeno della migrazione è fortemente legato alla distruzione dei centri abitati, costituendo esso molto frequentemente l’evento che dà il via alla fuga dalla propria terra.

Nonostante l’unanime condanna, a livello di opinione pubblica, allo stato dell’arte nel diritto internazionale non vi sono regole generali che riguardano in modo specifico i bombardamenti sulle aree densamente popolate.  

E’ vero che esistono importantissimi trattati internazionali sulla limitazione nell’uso di certe armi – le mine antiuomo, le bombe a grappolo, le armi incendiarie ecc. – ma purtroppo essi non sono ancora stati sottoscritti da tutte le Nazioni e inoltre riguardano solo indirettamente la protezione dei civili nelle aree densamente popolate.

La mobilitazione su questo tema ha portato alla costituzione di una rete internazionale, INEW - International Network on Explosive Weapons, che ha lanciato una campagna per sensibilizzare le Nazioni e gli organismi sopranazionali, al fine di poter ridurre in modo significativo le sofferenze prodotte dai bombardamenti sui centri abitati, campagna riassunta nello slogan “Stop bombing town and cities”.

La campagna si rivolge ai singoli stati e agli organismi sopranazionali, chiedendo di:
-    riconoscere che l’uso di ordigni esplosivi nelle aree popolate tende a causare gravi sofferenze alle persone e alle comunità, sia in modo diretto, sia per i danni create alle infrastrutture vitali;
-    impegnarsi per rivedere e rendere più stringenti le regole e le prassi nell’uso delle armi esplosive, rendendo altresì disponibili i dati sul loro utilizzo e sui loro effetti;
-    attivarsi per garantire il pieno rispetto dei diritti delle vittime e dei sopravvissuti;
-    individuare dei principi universalmente accettati, per proibire o limitare l’uso di armi esplosive nelle aree densamente popolate.

Alla rete INEW hanno aderito numerose organizzazioni non governative e associazioni, tra cui Campagna Italiana Contro Le Mine, Human Rights Watch, Save the Children ed anche l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra.

L’adesione dell’Associazione si inquadra nel più ampio impegno internazionale di difesa delle vittime civili dei conflitti che è stato perseguito negli ultimi anni e che, pochi mesi fa, ha assunto un posto di rilievo anche nello Statuto.

In questo caso poi l’ampliamento delle finalità istituzionali si sposa in modo estremamente coerente con la storia dell’Associazione, visto che il nome con cui essa fu fondata, nel 1943 quindi nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, era “Associazione Nazionale Famiglie Caduti, Mutilati ed Invalidi Civili per i bombardamenti nemici”; questa circostanza dimostra come da sempre, nell’era della cosiddetta “guerra totale”, la storia delle vittime civili di guerra sia strettamente intrecciata con quella dei bombardamenti dei centri abitati.

Vista l’importanza di questo fenomeno, l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra – declinando la campagna di INEW nello slogan “Stop alle bombe sui civili” – ha scelto di metterlo al centro della celebrazione della prima Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti, che si terrà il prossimo 1° febbraio, al fine di conservare la memoria delle vittime civili di tutte le guerre e di tutti i conflitti nel mondo, nonché di promuovere la cultura della pace (legge 25/01/2017 n. 9)

Una delle iniziative organizzate a tal fine è l’organizzazione di un convegno a Roma, presso il prestigioso Auditorium della Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia in Piazza di Priscilla 6, dal titolo “Stop alle bombe sui civili”, che si terrà il 1° febbraio 2018 dalle ore 9.30 alle 13.30 e che tratterà queste tematiche sia da un punto di vista storico, sia per quanto riguarda le attuali prospettive a livello internazionale.

Il programma provvisorio del convegno, che è organizzato in collaborazione con il MIUR e ha avuto la medaglia del Presidente della Repubblica e il patrocinio dei Ministeri dell'Interno, della Difesa e degli Affari Esteri,  è il seguente:

9:30 -10.00  Apertura dei lavori 

  • Saluti delle autorità

10:00- 11:45  Vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo e la campagna “Stop alle Bombe sui civili”

  • Giuseppe Castronovo (Presidente Nazionale ANVCG – Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra ONLUS)
  • Nicola Labanca (Docente di storia contemporanea all’Università di Siena e Presidente del Centro Interuniversitario di studio e ricerche storico-militari)
  • Susy Snyder (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons - ICAN), Premio Nobel per la Pace 2017
  • Laura Boillot (Article 36, Coordinatrice di INEW - International Network on Explosive Weapons)
  • Pietro Ridolfi (Presidente della Commissione Nazionale Diritto Internazionale Umanitario della Croce Rossa Italiana)
  • Alessandro Cortese (Vice Direttore Generale/Direttore Centrale per la sicurezza, il disarmo e la non proliferazione presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale)
  • Giuseppe Schiavello (Direttore della Campagna Italiana contro le mine, parte della lnternational Campaign to Band Landmines, Premio Nobel per la Pace 1997)

12:00 – 12:30  L’impegno dell’ANVGC

  • Corrado Quinto (L’Osservatorio – Centro di ricerche ANVCG sulle vittime civili dei conflitti)
  • Testimonianza di Nicolas Marzolino (socio ANVCG, vittima di un ordigno bellico nel marzo 2013 in Val di Susa)

12:30 –12:45 Domande dal pubblico e interventi programmati

12:45 – 13:30 Premiazione concorso ANVCG - MIUR

L'ingresso al convegno è su invito. Chi fosse interessato a partecipare può rivolgersi alla Presidenza Nazionale dell'ANVCG.

Ultima modifica il Giovedì, 25 Gennaio 2018 12:04

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